Ma cosa vuol dire fare educazione finanziaria?
Per cercare di rispondere a questa domanda, giovedì 29 Febbraio abbiamo organizzato, presso la nostra sede, un incontro durante il quale Manuela Donghi ed enrico gei, prendendo spunto dai loro libri “La Finanza per tutti – Anche per chi non l’ha mai capita” e “Io speriamo che la Borsa sale”, hanno dialogato con Bortolato Fiorenzo , Direttore Generale ANASF e Segretario Generale Fondazione EFPA, per cercare di individuare le azioni necessarie per migliorare la consapevolezza e la comprensione delle persone riguardo agli aspetti finanziari e sul ruolo che gli operatori economici possono avere per aiutare le persone ad acquisire le conoscenze di base da mettere in pratica per gestire il denaro in modo efficace.
Risparmiare da solo, infatti, non è sufficiente; è altrettanto importante essere capaci di investire in strumenti finanziari che si adattino alle proprie necessità e obiettivi, che si tratti di assicurare la stabilità quotidiana o di pianificare un futuro protetto attraverso sistemi previdenziali e assicurativi.
Le crisi degli ultimi anni, infatti, hanno colpito in modo più duro coloro che non possedevano competenze finanziarie adeguate o non avevano la capacità di valutare correttamente i rischi imminenti e in Italia, purtroppo, i livelli di alfabetizzazione finanziaria sono ancora molto bassi. Secondo le fonti ufficiali solo il 30% degli individui possiede competenze finanziarie adeguate, con significative differenze tra generi, professioni e regioni e le conseguenze della scarsa informazione finanziaria vanno oltre l’ambito personale e familiare, poiché, come si è visto, rendono le persone vulnerabili e rischiano di rallentare il progresso e l’innovazione dell’intero Paese.
Un’indagine della Banca d’Italia, pur fotografando un miglioramento delle conoscenze rispetto al 2017, conferma la posizione di ritardo del nostro Paese anche tra i più giovani. Secondo l’ultima indagine OCSE Pisa, infatti, la percentuale di studenti italiani in grado di affrontare compiti finanziari complessi (top performer Livello 5) è meno della metà rispetto alla media OCSE (4,5% contro il 10,5%). Inoltre, circa uno studente su cinque non possiede le competenze minime necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e ben informate.
Aumentare la consapevolezza sui concetti fondamentali della gestione delle risorse finanziarie personali e familiari è diventato, pertanto, un obiettivo prioritario: secondo gli ospiti intervenuti, è necessario promuovere una collaborazione tra le varie parti interessate per migliorare la competenza finanziaria della popolazione. Questa competenza offrirebbe alle persone una prospettiva diversa, attraverso la quale raccogliere istruzioni, informazioni, consigli che permettano di sviluppare attitudini e acquisire conoscenze funzionali per capire meglio gli strumenti disponibili così da poter scegliere, di conseguenza, le opzioni che meglio si adattano alle proprie esigenze e ai propri obiettivi.
Se è vero che negli ultimi anni è stata inaugurata una nuova fase riguardo alle Politiche di Educazione finanziaria in Italia (vedi ad esempio la creazione del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria o l’istituzione del Mese dell’educazione finanziaria), è importante concentrare sempre di più l’attenzione su due ambiti tra loro interconnessi: la scuola e il contesto lavorativo.
La scuola perché rappresenta un canale chiave per promuovere iniziative, conoscenze e competenze di educazione finanziaria, svolgendo un ruolo cruciale su diversi fronti: da un lato, offre l’opportunità di raggiungere una vasta gamma di persone appartenenti a tutti i ceti sociali e, dall’altro, facilita il processo di familiarizzazione dei futuri consumatori con i concetti finanziari, migliorando le loro competenze, orientandoli nel loro percorso formativo e aumentando, di fatto, le loro prospettive occupazionali.
Allo stesso modo, il contesto lavorativo, può rappresentare un ambiente ideale per fornire formazione in materia finanziaria. In un mondo sempre più complesso e interconnesso, investire nella formazione finanziaria del proprio personale diventa un’azione strategica per le aziende e un atto di responsabilità sociale. Offrire workshop e programmi formativi mirati non solo permette ai dipendenti di affinare le proprie competenze ma contribuisce a migliorare il benessere complessivo dell’organizzazione, attirando talenti e aumentando il tasso di retention.
L’educazione finanziaria è, pertanto, un pilastro fondamentale per il benessere individuale e per la stabilità economica di una società: dibattere sul gap formativo presente ancora oggi in Italia ha permesso di mettere in luce non solo le criticità ma anche di individuare gli attori chiamati a spiegare, informare e formare le persone così da renderle in grado di prendere decisioni responsabili riguardo alle proprie finanze.
Istituzioni e operatori economici, ognuno con il proprio stile distintivo, saranno chiamati ad operare un ruolo sempre più centrale in questo processo, agendo come partner strategici nel promuovere una cultura finanziaria che favorisca una maggiore stabilità economica e a una crescita sostenibile, contribuendo così al benessere generale della società.